BACONE

Francis Bacon, nasce a Londra nel 1561 Figlio di Nicholas, Lord Guardasigilli e della regina Elisabetta dei Tudor, nutre sin da bambino grandi ambizioni e sogna una vita di successi e denaro. 



In brevissimo tempo Francesco Bacone diventa avvocato generale (1607), procuratore generale della Corona (1613), Lord Guardasigilli (1617) ed, infine, Lord Cancelliere (1618). La carriera, il riconoscimento economico e la sua produzione intellettuale sono all’apice e niente sembra compromettere la sua sete di successo.  

Nel 1621, però, la fortuna di Francesco Bacone subisce un irreversibile arresto: la Camera dei Lords lo accusa di corruzione nell’esercizio delle sue funzioni di giudice e gli impone il pagamento di una grande somma di denaro e la prigionia.


IL SUO PENSIERO FILOSOFICO

Secondo Francesco Bacone la scienza non deve assumere le caratteristiche di un sapere teorico e astratto ma, al contrario, deve essere posta al servizio dell’uomo. La scienza deve essergli realmente utile ed offrirgli gli strumenti per conoscere e dominare la natura, trasformandola a suo beneficio.   

«Sapere è potere» che equivale a dire: solo se conosciamo realmente le cause che generano i fenomeni possiamo intervenire su di essi e volgerli a nostro favore. 

Bacone vuole trovare una “filosofia delle opere” che si sostituisca alla “filosofia delle parole”.  



L’errore epocale di Aristotele e degli scienziati contemporanei, consiste, secondo lui, nel non essersi davvero occupati di fornire alla scienza un metodo rigoroso, un novum organum (nuovo strumento) in grado di giungere non a “principi approssimativi ma principi veri”. 

Per Francesco Bacone era necessario, dunque, che la scienza procedesse verso un totale rinnovamento, partendo dalle sue stessa fondamenta.

Ciò accade in due momenti: 

- una parte distruttiva, ovvero nozioni errate e pregiudizi; 

- una parte costruttiva, in cui attraverso un metodo rigoroso si procede verso le “interpretazioni della natura”, cioè il vero sapere.


Nella dottrina del metodo di Bacone, un posto rilevante ha la critica degli idola, cioè dei pregiudizi che impediscono o sviano il discorso scientifico e sono:

-  idola tribus (connaturati alla mente umana)

idola specus (derivanti dal temperamento e cultura di ciascuno)

idola fori (che nascono dalle relazioni tra gli uomini)

idola theatri (errori derivanti da scuole filosofiche, ecc.)


Alla dottrina degli idola si congiunge la dottrina delle tabulae, atte a classificare i fenomeni nella loro presenza, assenza e varia intensità,.

Eliminando i pregiudizi e le nozioni errate, si può procedere al vero studio della natura, e quindi all’individuazione delle cause che sono all’origine dei fenomeni. Queste cause sono chiamate da Bacone “forme”, in ossequio alla terminologia aristotelica. 

Bacone espone  il suo metodo che si fonda su un procedimento rigorosamente induttivo.


Bacone struttura  il lavoro dello scienziato in diverse fasi: 

- vengono raccolti tutti i dati

- si costruiscono delle tavole attraverso cui definire un fenomeno

- si formula una prima ipotesi in merito alla causa del fenomeno

- l’ipotesi viene verificata attraverso una serie di esperimenti (istanze prerogative)


A detta di Francesco Bacone, solo una ricerca scientifica che abbia queste caratteristiche può essere utile e mettere a frutto una vera interazione tra l’esperienza tratta dai sensi e il contributo dell’intelletto.

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